“Vocazione: vivere per dono” è il titolo che ha accompagnato il 65° convegno nazionale missionario dei seminaristi che si è tenuto a Bergamo dal 27 al 30 aprile e al quale io e Andrea abbiamo avuto l’opportunità di partecipare. “Vivere per dono” è lo stile che il Vangelo stesso insegna e lo stile che ogni cristiano deve avere a cuore. Il sacerdote, in modo particolare, è chiamato ad essere “un uomo che ritrova sè stesso nel donare, nel perdonare e nel celebrare”.
Monsignor Beschi, nella sua lectio magistralis, ci ha richiamati all’importanza della dimensione del dono, del donarsi come modo di essere prima ancora che come un modo di fare. È nel donarsi che possiamo arrivare anche a comprendere cosa significa, oggi, la missione.
La missione è anzitutto la condivisione di un dono ricevuto da Dio in modo gratuito che siamo chiamati a portare ai più. Questo richiamo riecheggia anche nella Scrittura “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Il donarsi implica questa uscita da sè stessi per aprirsi alla relazione. Ricordava don Giuseppe Pizzoli, direttore di Missio, che “il donarsi di noi stessi agli altri è il principio che permette la nascita e lo sviluppo di relazioni vere, autentiche, profonde e perenni”. Vivendo questo riconosceremo il dono di grazia che ci anticipa e precede qualsiasi nostro merito, lo stile della gratuità nell’annuncio e lo stile della gratitudine nel vivere la relazione con Dio e con i fratelli.
Questo non solo ci è stato raccontato a parole, ma lo abbiamo visto incarnato nelle esperienze di alcuni testimoni che ci hanno raccontato come il donarsi ha cambiato la loro vita. Un’esperienza di condivisione la abbiamo fatta anche tra noi, divisi in gruppi, dove ciascuno ha condiviso con gli altri un pezzo della propria vita. Il confronto profondo, nato dalla bella fraternità che si respirava in quei giorni, ha fatto emergere come il dono più grande che abbiamo da offrire è l’annuncio di Gesù. La nostra vita, la nostra presenza tra le gente, dev’essere a servizio di questo. È emerso più volte l’appello a far sì che la nostra presenza parli del Vangelo, parli dell’amore profondo, gratuito e libero di Dio per ciascuno di noi.
Il convegno è stata una occasione che mi ha arricchito dandomi modo di riflettere come la dimensione missionaria sia intrinseca alla vocazione stessa. Monsignor Prastaro, vescovo di Asti, si è detto attento a richiamare al suo presbiterio questo. Secondo il suo parere non possiamo chiudere il nostro servizio nelle nostre diocesi andando a far morire quella ricchezza che si può trovare nel confronto con una Chiesa sorella. Per lui questa ricchezza è divenuta “una sorta di bagaglio di fede, di “cassetta degli attrezzi”, a cui attinge sempre, ogni giorno, come vescovo e come uomo”.
Concludo citando una frase di Levinas: “ll donare è in qualche modo il movimento originale della vita spirituale”.
Nicola Penocchio
«Ci sentiamo riconoscenti per aver vissuto questa esperienza nazionale: l’incontro e il confronto fra seminaristi di diverse regioni ci ha arricchito ed entusiasmato»: così i convegnisti, nella lettera scritta e spedita al termine dei lavori ai loro confratelli di tutta Italia. Ripensando alle nostre giornate bergamasche, non possiamo che esser grati per il dono ricevuto nei volti e nelle storie di tanti che, come noi, camminano dietro a Cristo verso il sacerdozio. Una volta di più, la Chiesa ci si è mostrata più grande, più bella, persino più in salute di quanto potessimo aspettarci. Pur nelle fatiche comuni di un tempo che per tutti è avaro di vocazioni, ci è stato messo di fronte un segno eloquente dell’opera dello Spirito – come un invito a coltivare non un trasognato ottimismo, ma una lieta e forte speranza. Segno coerente, fra l’altro, con il tema del convegno: se “vocazione è vivere per dono”, la vocazione di ogni altro è ricchezza per la mia. Insomma, torniamo a Brescia non solo più accesi nello spirito missionario, ma anche con qualche amico in più sparso per la Penisola.
Andrea Simonelli